Brutta la prima
Sei a uno è un risultato che non ammette repliche.
Una sconfitta sonora e bruciante, uno schiaffo a brucia pelo. Chi scrive – e chi legge – sarà ormai abituato a questo tipo di resoconti, ma ogni settimana che passa diventa sempre più difficile trovare le parole per descrivere questo drammatico momento no.
Nonostante la generosità e l’impegno la squadra non riesce a uscire dal brutto tunnel di sconfitte in cui si è andata a ficcare alla fine dello scorso campionato.
Merito anche degli avversari, è doveroso sottolinearlo subito. Il Red Pepper è una squadra molto fisica e dai piedi buoni, capace di pressare a tutto campo e di schiacciare qualsiasi avversario quando non eccede in personalismi. Ancora complimenti a questa squadra che ormai non possiamo più chiamare rivelazione.
Il copione della partita era abbastanza scontato. Metallurg chiuso dietro a cercare la ripartenza veloce, Pepper a trazione offensiva costretto a fare la partita. Per oltre mezz’ora la tattica difensivista dei neri ha funzionato: i peperoni imbrigliati sfogavano la loro furia o con scarsa precisione o contro un Antonio puntuale e reattivo. Da par loro, i metallurghi avevano un paio di buone occasioni di rimessa con Tuttociola e Di Blasi, sfumate al lato di un soffio o vanificate in estremis dal portiere avversario.
Al quarantesimo la svolta. Grande cambio di campo della difesa peperonata a smarcare il biondino “ahia” numero 5, stop e cross teso. Per il centravanti di casa è un gioco da ragazzi segnare al volo il gol del vantaggio. Da lì la partita cambia volto, il Metallurg – come da copione – si disunisce e i Pepper sembrano poter dilagare agevolmente: 2-0 e 3-0 in dieci minuti.
Poi l’orgoglio kalashnikov-stellato: è Tuttociola ad accorciare le distanze. Dopo un gol fantasma dei Pepper non ravvisato dall’arbitro i neri potrebbero anche riaprire la partita, ma il colpo di testa di Di Blasi prima e due conclusioni di Gemello poi sono o imprecise o deviate dalla difesa avversaria.
La partita finisce dopo abbondante recupero con le due squadre visibilmente sulle gambe. Ampi spazi sfruttati da capitan Cannone che con due rasoiate da fuori fissano il risultato sul 6-1.
C’è molto da rivedere in casa metallurga. Innanzi tutto il modulo: occorre un centrocampista di peso da affiancare al play maker Milella perché è impensabile affrontare il campionato con un solo uomo sulla mediana o con un seppur generoso Beppe visibilmente fuori ruolo. È necessario puntare di più sugli inserimenti sulle fasce – mettendoci il cuore dove non arriva la tecnica – ma questo non significa partire a testa bassa, ma lavorare di uno due per smarcare gli uomini. Serve infine una prima punta di ruolo, uno che la sappia mettere dentro sempre, e anche di più. E ripartire dal turn over: siamo tanti difensori e l’unica strada per non fare la squadra materasso è sederci a turno in panchina. Questa non è una speranza o un invito, ma una necessità inderogabile per darci finalmente la parvenza di squadra. D’Abbicco ci sia d’esempio.
Bene la testa, la determinazione, la concetrazione. La squadra, in ripresa da questo punto di vista, ha continuato a lottare con ordine anche dopo lo svantaggio, finché le gambe hanno retto. Unica pecca, dobbiamo puntare un po’ di più sulla semplicità.
Una nota di servizio rivolta ai prossimi avversari Real Verza: giochiamo mercoledì sera il famigerato derby?
Quattro note a margine in conclusione.
1. Fa molto ridere il fatto che si derida il nome spagnolo El Cid (lett. “il capo crew”), quando ci si presenta con uno che si chiama Buco, dove Buco dalle mie parti – e sono parti con voce in capitolo per quanto riguarda questioni linguistiche – significa “ricchione”. Noi ci teniamo le nostre fave, voi i vostri ricchioni!
2. Sempre in merito ai toscanismi, mi scuso per l’offendere la mamma con il numero 2 avversario. Cercherò di limitare questa mia effervescenza campanilista, ma purtroppo sono cresciuto in un ambiente in cui non è considerata offesa quindi non prendetevela a morte se mi scappa.
3. Abbiamo sperato che fosse la sagace penna di capitan Milella a scrivere commenti e pagelle oggi, ma a quest’ora ci rassegnamo al nostro dovere di cronisti e pubblichiamo.
4. Beppe BM io la foto te l’ho messa, ora vediamo se mantieni la parola data.
LE PAGELLE
Antonio: para il parabile e si rivela il primo portiere della storia della F.I.C.A. che parla alla squadra, chiama la palla sulle uscite e non sbaglia i rinvii. I guanti nuovi avrebbero potuto avere un debutto migliore, ma il Ragno di Trinacria sta già mostrando di riuscire a tessere un’ottima tela intorno ai pali da difendere, una tela tutta metallurga. 7
D’Abbicco: arriva al campo stanco, quasi distrutto dal lavoro, e si accontenta generosamente di una prestazione part time. Impiega qualche minuto a prendere le misure al suo ostico avversario, ma si dedica con diligenza alla fase di copertura per tutto il tempo che gioca, senza nemmeno trovare il tempo di sfoggiare la famosa finta del Coniglio. Quando sarà in forma deve spingere di più su quella fascia. Finisce sconsolato a incitare la squadra dalla panchina, rincuorato dalla prima tifosa ufficiale metallurga, la sua fidanzata. 6
Gemello: “Sei partito bene poi hai deciso che dovevi ammazzarli tutti”. In questa frase del vecchio è racchiusa tutta la partita del centrale metallurgo. Dirige la difesa con il solito piglio, regalando un gol alla punta avversaria solo quando deve chiudere sulla fascia. S’incattivisce con gli avversari che chiamano i falli stupidi, ma ormai ha abituato il pubblico ai suoi raptus da pallone: nonostante la gamba sia un po’ molle, anche sui lanci, lotta come un leone cercando di sradicare palloni e avversari con ogni parte del corpo. Spostato nel finale sulla fascia, non corre molto ma ha due nitide occasioni per segnare: prima un esterno al volo perfetto trova la sfortunata deviazione in angolo di un difesore. Sul corner successivo si smarca con mestiere e solo davanti al portiere spizza troppo la palla del 3-2 che si spegne sul fondo. Smaltisse quella panza… 6
Tommy: gioca a sinstra sulla fascia su cui gli avversari spingono di meno. Quando è chiamato in causa chiude con la solita pratica irruenza. Errore di strategia non metterlo fin da subito alla calcagna del numero 5 trequartista avversario come è abituato a giocare contro il verzico capitan Milluzzi. Prova a spingere in rare occasioni. Imperdonabile la superficialità e la “presunzione” con cui si ostina a cercare sempre la giocata più difficile in fase d’impostazione, specie in una partita in cui sarebbe necessario stanare gli avversari giocando dietro in orizzontale. 5
Beautiful Mind: il ragazzo, fresco fresco da una vacanza nella beauty farm umbra di Berlusconi, dove ha perso dieci chili ed è ringiovanito di dieci anni, si sacrifica per la squadra giocando in un ruolo non suo, sulla mediana. Buona prova in fase d’interdizione, manca di velocità nelle ripartenze. In affanno e stremato quando retrocede a fare il terzino, perde troppo spesso il contatto con il suo diretto avversario. Scalato infine al centro della difesa ritrova sicurezza, aiutato dai suoi centimetri (d’altezza!) e da buon senso della posizione. Bella discesa in slalom nel finale il cui tiro meritava miglior sorte. 6
Milella: appare dalla nebbia di Ostiense come un messia, proveniente da chissà dove e diretto dove non si sa, arrivato soltanto per traghettare la squadra al primo storico successo stagionale. Arringa i giocatori a inizio partita – “Fate il cazzo che volete, ma niente buchi in mezzo al campo” – e puntualmente la squadra lascia una voragine che ci si potrebbe parcheggiare un tir sulla mediana. Parte sprintoso, scattoso, scherzoso, finisce perplesso malmesso indefesso, ma gioca spigliato, svariato, quasi ispirato. Per un mese almeno reggerà il nostro centrocampo, adesso troviamogli un degno compagno. Evviva, è tornato Topo Gigio! 6
Tuttociola: la squadra cerca di convincerlo subito che gli avversari corrono meno di Jampaglia, ma suo malgrado di accorge presto che non è così. I suoi inserimenti da dietro sono l’unica vera arma pericolosa, la sola spina nel fianco della difesa avversaria. Sul pari sfiora per due volte il gol in bruciante contropiede, poi lo trova sul tiro più sbilenco e nel modo più fortunoso. Cala alla distanza e man mano che finisce il fiato arretra il suo raggio d’azione. Lo ribadisce a cinque minuti dalla fine, ma tutti si erano accorti che “tutto quello che ha lo dà”. Diamogli una o due partite di tempo per ritrovare la gamba e la necessaria cattiveria sotto porta e tornerà ad essere la freccia più brillante e velenosa nella faretra metallurga. 7
Di Blasi: Se non è metallurgo uno che fa la foto per l’album panini incappucciato allora non lo è nessuno! Non è una prima punta – nonostante la tripletta all’esordio – e si vede. Si fa in quattro per dare profondità alla squadra, svariando da un lato all’altro del fronte d’attacco, giocando di sponda e cercando la conclusione anche dalla distanza per sfuggire alla marcatura serrata del capitano avversario. Sfortunato in un paio di occasioni, sfortunatissimo sul colpo di testa a botta di sicura che avrebbe potuto riaprire il match sul 3-1 ma che invece sfiora beffardo la traversa e si spegne sul fondo. Siamo tutti convinti – lui per primo – che in mezzo al campo, davanti alla difesa, possa regalare infinite più soddisfazioni a se stesso e alla squadra. Esperimento che sarà realizzato a stretto giro di boa. 6,5
9 cazzate:
Troppo cattivi con voi stessi!!!Bella partita e soprattutto bel post...anche se il gol che per voi ha aperto le marcature in realtà è il terzo!!!
Alla prossima...Reds
ma poi perchè "ahia"?...cmq bella partita..alla prossima
5 Generale Lee
perché ti chiamavi tutti i falli... si scherza ovviamente... complimenti soprattutto a voi... gran bella squadra... a presto!
Promessa mantenuta ho votato a favore del blog ..non posso cambiare il voto precedente perchè fortunatamente non sono in ufficio
BM
ritiro anticipato sui colli aventini? :°D
Mi siedo io in panchina in settimana senza alcun problema
se, come traspare da dalle pagelle di chi parla su un pessimo blog invece che in campo o negli spogliatoi, le colpe cadono tutte sulla mia presunzione e non su chi non suda la maglia e si caca il cazzo di stare tutta la partita nel suo ruolo, mi faccio da parte come dico ormai da mesi.
In fondo quando le responsabilità, soprattutto quelle prese autonomamente (presunzione?), cominciano a pesare, la lingua si fa più sciolta. Questo ci può stare ma quando comincia ad essere anche biforcuta qualcosa può anche non tornarmi
Riprendo il mio silenzio di protesta contro il blog dimmerda, questa interruzione non era prevista ma le palle sono fumanti.
c'è polemica c'è polemicaaaa!!!!!
nessuna polemica. il messaggio è arrivato a chi doveva arrivare, l'effetto è stato raggiunto.
bene che le palle fumino fino a mercoledì, tutte le altre sono chiacchiere.
domani è il giorno delle decisioni dure ma necessarie.
in ritiro c'andiamo all'inferno!
Squadra, bando alle ricchionate e ai ciolamoscismi. Basta coi toni sminchiati, il cuore sanguinante ha sempre sanguinato e sempre sanguinera', perche' ci sara' sempre sangue da versare. Fate pero' che almeno un po' di sangue lo versino i testicoli altrui, aiutati dalle suole di tommi. Quando tornero', allora si' che saran cazzi (per noi).
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