Pallanuoto

Nell'immagine, una fase di gioco

Cronaca:
Le compagini si presetavano all'Ostiense Arena puntuali e baldanzose. La tensione sul volto degli atleti era pronta a trasfigurare in impeto agonistico. Ogni muscolo era pronto a rispondere all'impulso primordiale del cervello per trasformarsi nell'energia cinetica atta a trasformare un meccanico sforzo fisico in sublime gesto atletico.
I Metallurghi partivano con piglio deciso alla volta della folta aria avversaria. Palla a terra, l'azione corale degli operai si scioglieva sulle fasce per poi convergere pericolosamente al centro. Al 1' Tuttociola cercava di sorprendere il reparto arretrato verzano con uno sfondamento per vie centrale, incespicando sul più bello nelle sue finte. Al 3' Claudio dei Claudii disegnava una parabola imprendibile per tutti che andava a cogliere un indisturbato Principe in piena area. Maldestro e sfortunato il tiro ciccato del reinventato esterno, che già dimostrava di poter mettere alle corde Cicero.
La risposta verzana arrivava di lì a poco con percussione di un anonimo rimpiazzo su corner di Milluzzi, si rinforza vacon tiro preciso ma debole di Vespuozzo sul palo del portiere e sembrava poter essere finalmente capitalizzata da una bella tambureggiante percussione sulla destra di Nocciolo, che proprio sul più bello emozionando incespicava sui suoi passi.
Il Metallurg riprendeva tosto il pallino del giuoco arrivando pure alla realizzazione dello scopo principe di questa eccelsa disciplina sportiva. La segnatura operaia veniva però vanificata dall'eccessiva sportività di ambo le compagini.
Al 14' del primo tempo, durante una punizione d'angolo metallurga, la furia dei cieli si abbatteva sul rettangolo verde trasformandolo tosto in un padule atto più alla caccia al germano che al giuoco della palla. Gli atleti correvano ratti a cercar riparo sotto le panchine, sfondate, erano poi costretti a ripiegare di gran carriera verso le pergole un dì ridenti degli spogliatoi.
Naufragava così la ragione del contendere e solo una carbonara cruda e collosa poteva distogliere gli atleti superstiti dall'inveire contro la cafoneria inopportuna del Divino.

Bilancio provvisorio delle vittime e dei dispersi:
1. Claudio: dimenticava pantaloni, cellulare e portafoglio in panchina
2. Milluzzi: dimenticava cellulare e scarpa destra in panchina, farneticava di dedicarsi all'acquariofilia pedestre.
3. Duca del Nord: impattava fortemente con il terreno, procurandosi un doloroso trauma al polso destro
4. Gemello proferiva "giochiamo son due gocce" quando veniva affogato dall'ira di Dominiddio per la sua tracotanza
5. Vespuozzo dimenticava i pantaloni in macchina e si presentava al ristorante in mutande, per la gioia commossa e imbarazzata della tocca cameriera
6. Cicero deambulava affranto in infradito e calzino

NOTA DI CRONACA
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